I computer restano fuori dall’applicazione della normativa Reverse Charge.
L’Unione Europea, per combattere le cosiddette frodi “carosello”, aveva autorizzato alcuni paesi, tra i quali l’Italia, ad estendere il meccanismo dell’inversione contabile allo scambio di determinati beni soggetti a frodi.
Nel calderone erano finiti anche i computer e loro componenti, rischiando di creare confusione ed appesantimento degli oneri da parte degli operatori.
Grazie all’opposizione della Francia si è raggiunto un compromesso che taglia fuori i computer dall’autorizzazione in deroga.
Resta, invece, confermata per i telefonini, ma non per i loro componenti.
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